I DIARI DI GODOT.
I dipinti sono ispirati liberamente, all’opera teatrale creata da Samuel Beckett, Aspettando Godot.
Ogni opera di questo ciclo, rappresenta una pagina di diario immaginario di Godot, personaggio atteso che non arriva mai, diventando metafora della vita moderna. Siamo sempre in attesa di un qualcuno o di un qualcosa che non arriverà.
Il vuoto, la mancanza, il senso di silenziosa attesa dei dipinti, conferiscono al ciclo valore monumentale.
Il colore, steso con la spatola, si stratifica lentamente, per sovrapposizione, assumendo valenza e ricordo esistenziale.
Questi quadri sono lastre di memoria.
Le zip pittoriche, presenti come strappi o ritagli colorati, creano spiragli di speranza.
Il ciclo rispecchia il periodo che stiamo vivendo, che se pur contraddistinto da una enorme comunicabilità tecnologica, evidenzia una nuova e moderna solitudine.
Il nulla e il tutto si confondono. Gli opposti si evidenziano e contrappongono, completandosi a vicenda.
I dipinti riflettono l’azzeramento, l’attesa, la sospesa vacuità della materia.
L’atto del dipingere, tolti gli orpelli del rito, si fa catartico.
Proprio attraverso l’uso della materia, ricerco la profonda spiritualità del sublime.
Ronny Achille
Tra rosso e verde, acrilico su tela, cm 50x70 |
Ceruleum, acrilico su tela, cm 50x70 |
End, acrilico su tela, cm 100x160 |
Oltre, dittico, acrilico su tela, cm 120x80 |